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Adulti di Anoplophora glabripennis (Foto di: Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia)

Tarlo asiatico del fusto (Anoplophora glabripennis)

Anoplophora glabripennis Motschulsky (tarlo asiatico del fusto; in inglese Asian long-horned beetle) è un coleottero cerambicide estremamente nocivo per molte specie di latifoglie ornamentali, arboree e arbustive sia in ambito forestale che urbano.

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Consulta il leaflet (clicca qui) ed il poster informativo (clicca qui).

Anoplophora glabripennis è di origine asiatica, ma attraverso il commercio internazionale è stato accidentalmente introdotto in Nord America (USA e Canada) ed in Europa. Negli USA è stato segnalato per la prima volta nel 1996, ma grazie alle misure fitosanitarie intraprese ha attualmente una distribuzione piuttosto contenuta ed in alcuni casi è stato ufficialmente eradicato (Illinois e New Jersey). Anche in Canada, dove la prima segnalazione risale al 2003, A. glabripennis è stato ufficialmente eradicato. In Europa, A. glapripennis è stato segnalato per la prima volta nel 2001 in Austria, mentre in Italia nel 2007 proprio in Lombardia. Dal 2001 ad oggi molte altre segnalazioni si sono susseguite in altri paesi europei così come in alcune regioni italiane (Veneto, Marche e Piemonte). Tuttavia, i focolai sono sotto stretto controllo ed in corso di eradicazione.

Per visualizzare la cartografia con le aree delimitate per A. glabripennis sul territorio della Regione Lombardia visita il Geoportale di Regione Lombardia.

Per maggiori informazioni sulla diffusione di A. glabripennis visualizza la mappa dell’EPPO.

Gli adulti di A. glabripennis sono di colore nero corvino, lucidi, talvolta con sfumature bluastre. I maschi misurano 19-32 mm di lunghezza e 6,5-11 mm di larghezza, mentre le femmine misurano 22-36 mm di lunghezza e 8-12 mm di larghezza. Le elitre sono caratterizzate dalla presenza di 10-20 macchie bianche o gialle di forma irregolare. Anoplophora glabripennis si distingue dall’altro tarlo asiatico A. chinensis per l’assenza di piccoli tubercoli sul quarto basale di ogni elitra. Le antenne sono costituite da 11 segmenti con uno schema alternato di bande blu-bianco e blu-nero; nei maschi le antenne sono ben più lunghe del corpo, mentre nelle femmine sono lunghe quanto il corpo. Le larve misurano 7-20 mm, ma a maturità possono raggiungere anche i 30-60 mm di lunghezza; la testa è tipicamente marrone, mentre il torace e l’addome color crema.

Anoplophora glabripennis può compiere l’intero ciclo in 1-2 anni in funzione delle condizioni climatiche e del periodo di deposizione delle uova. Gli adulti si possono osservare a partire dal mese di aprile, con un picco di attività che si concentra nei mesi estivi. Le femmine depongono le uova in fessure di ovideposizione realizzate subito al di sotto della corteccia. Le larve si nutrono dapprima del tessuto cambiale ed in seguito penetrano più in profondità nel legno. La maggior parte degli individui sverna come larva.

In generale i sintomi associati ad un’infestazione da A. glabripennis includono appassimenti fogliari, ingiallimenti ed imbrunimenti settoriali della chioma, disseccamento dei rami e deformazione della corteccia. Tali sintomi non compaiono prima di 3-4 anni dall’inizio dell’infestazione.

La maggior parte dei segni/danni è rilevata a circa 1,5 m dal suolo fino al centro della chioma ed è associata alle attività delle diverse fasi di vita dell’insetto: 1) siti di ovideposizione, fessure sottocorticali più o meno arrotondate dalle quali talvolta esce la linfa ed all’interno delle quali la femmina depone le uova; 2) gallerie larvali, dapprima superficiali e poi più profonde, spesso accompagnate dalla presenza di rosura; 3) fori di sfarfallamento, fori di uscita degli adulti di forma circolare e di 10-15 mm di diametro; 4) danni dovuti all’azione trofica degli adulti a carico di foglie, piccioli, getti e corteccia dei giovani rami.

Anoplophora glabripennis è una specie estremamente polifaga ed è in grado di completare il ciclo di vita in più di 30 specie diverse di latifoglie tanto in ambienti urbani quanto naturali. Sebbene le specie appartenenti al genere Acer (acero) siano le più attrattive, A. glabripennis presenta una gamma di ospiti diversa tra l’areale nativo (Asia) e gli areali di introduzione (USA, Canada ed Europa). Attualmente, l’insetto non è mai stato segnalato su conifere.

In Lombardia, durante le attività di monitoraggio condotte sul territorio dal Servizio Fitosanitario Regionale tra il 2009 e il 2019, sono state ispezionate oltre 170.000 piante appartenenti ad oltre 30 generi diversi, ma A. glabripennis è stata riscontrata esclusivamente su Acer spp., Aesculus spp. (ippocastano), Betula spp. (betulla), Populus spp. (pioppo), Salix spp. (salice) and Ulmus spp. (olmo). Per conoscere l’elenco completo delle piante oggetto di monitoraggio per A. glabripennis, consultare l’allegato.

I danni maggiori associati alle infestazioni da A. glabripennis sono provocati dalle larve mentre scavano le gallerie per nutrirsi del legno che si sommano a quelli provocati dagli adulti quando producono i fori di sfarfallamento. Entrambe le tipologie di danni possono costituire un fattore predisponente per eventuali alterazioni secondarie causate da patogeni fungini con il conseguente deperimento delle piante.

A livello internazionale e comunitario, l’importazione di legno grezzo utilizzato per gli imballaggi, le casse, i pallets e i supporti di merci proveniente dalle aree in cui la presenza di A. glabripennis è conclamata rappresenta la via preferenziale di introduzione di questo insetto. Adulti, uova, larve e pupe di A. glabripennis sono stati infatti intercettati in materiale legnoso da imballaggio. Un ulteriore pericolo di introduzione è legato all’importazione di piante destinate all'impianto compresi i bonsai.

In natura, A. glabripennis si diffonde piuttosto lentamente. Gli adulti sono infatti in grado di completare la maturazione nutrendosi sulla stessa pianta senza la necessità di allontanarsi. È stato stimato che il tasso di diffusione annuale di A. glabripennis è di circa 300 m dagli alberi infestati più vicini; raramente gli adulti possono spostarsi per più di 2 km.

Per conoscere l’attuale estensione del focolaio in Lombardia, consultare il decreto di aggiornamento della zona delimitata per la presenza di A. glabripennis.

Il monitoraggio sul campo, l’abbattimento e la distruzione degli alberi infestati sono pratiche efficaci per ridurre le dimensioni delle popolazioni dell’insetto, per prevenirne la diffusione e, in alcune circostanze, per tentarne l’eradicazione. Il controllo ad oggi è per lo più basato sull’abbattimento delle piante colpite e sulla distruzione di tutto l’apparato radicale con apposite macchine trituratrici con l’obbligo di incenerire il legname delle piante abbattute, in quanto l’insetto riesce a completare il ciclo di sviluppo anche in un singolo pezzo di legno o di radice.

In Lombardia, il Servizio Fitosanitario Regionale svolge attività di sorveglianza nei confronti di A. glabripennis. Le principali attività riguardano l’analisi visiva delle piante alla ricerca dei principali sintomi delle infestazioni (mucchietti di segatura e fori di sfarfallamento) e l’installazione di trappole a feromoni posizionate o nei focolai di recente rinvenimento o nelle aree nelle quali sono in corso le operazioni di eradicazione. L’impiego delle trappole è considerato fondamentale per l’individuazione tempestiva dei tarli in aree considerate potenzialmente a rischio come quelle di compostaggio o di stoccaggio di materiale imballato proveniente dalla Cina.

Tutte le indagini sono svolte in accordo con le indicazioni del Documento Tecnico Ufficiale (DTU n. 36) del Servizio Fitosanitario Nazionale.

Per visualizzare la cartografia con le aree delimitate per A. glabripennis sul territorio della Regione Lombardia visita il Geoportale di Regione Lombardia o clicca il seguente link.

Nell’ottica di una gestione quanto più partecipativa, il Servizio Fitosanitario Regionale ha anche promosso attività di divulgazione come l’organizzazione di incontri tecnici e la distribuzione di materiale informativo.

Consulta il leaflet (clicca qui) ed il poster informativo (clicca qui).

 

Europea

Decisione di Esecuzione (UE) 2015/893 della Commissione del 9 giugno 2015 relativa alle misure atte a impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione di Anoplophora glabripennis (Motschulsky).

 

Nazionale

Decreto ministeriale 15 febbraio 2000 “Adozione di misure di emergenza contro la diffusione di Anoplophora glabripennis (Motschulsky) per quanto riguarda la Cina (esclusa Hong Kong)”.

 

Regionale

D.d.s. 23 aprile 2024, n. 6362 "Aggiornamento dell’area delimitata per la presenza di Anoplophora glabripennis denominata «Area delimitata di Treviolo (BG)» di cui all’allegato 5 del d.d.s. 24 novembre 2023, n. 18902".

D.d.s. 24 novembre 2023, n. 18902 "Aggiornamento delle aree delimitate per la presenza di Anoplophora glabripennis in Lombardia - Abrogazione del d.d.s. 22 marzo 2023, n. 4251".

D.d.u.o. 8 settembre 2021, n. 11824 "Applicazione delle misure fitosanitarie di eradicazione per la presenza di Anoplophora glabripennis in Lombardia".

 

Normativa abrogata

D.d.s. 22 marzo 2023, n. 4251 "Aggiornamento delle aree delimitate per la presenza di Anoplophora glabripennis in Lombardia - Abrogazione del d.d.s. 7 settembre 2022 - n. 12677".

D.d.u.o. 7 settembre 2022, n. 12677 "Aggiornamento delle aree delimitate per la presenza di Anoplophora glabripennis in Lombardia - Abrogazione del decreto n. 11710/2021".

Leaflet - Tarlo asiatico e cerambicide dal collo rosso

Documento PDF - 4,93 MB

Poster informativo organismi nocivi

Documento PDF - 18,01 MB

Aree delimitate_A. glabripennis

Documento PDF - 3,61 MB