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Processionaria del pino

Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa)

Thaumetopoea pityocampa Schiffermüller, 1776 (Processionaria del pino, in inglese Pine processionary) è un lepidottero Notodontidae dannoso per diverse specie di conifere appartenenti ai generi Pinus (pino) e Cedrus (cedro), oltre che per la specie Larix decidua (larice comune). Si tratta di un organismo nocivo non regolamentato; tuttavia, in Europa sono presenti due zone protette in Irlanda e in Irlanda del Nord (Reg. UE 2019/2072 e s.m.i.).

Thaumetopoea pityocampa è una specie originaria dell’area mediterranea, presente in diversi paesi dell’Europa meridionale e del Nord Africa. In Italia risulta diffusa e comune su tutto il territorio nazionale.

Per maggiori informazioni sulla diffusione di T. pityocampa visualizza la mappa dell’EPPO.

Gli adulti di T. pityocampa sono dotati di un’apertura alare di circa 30-50 mm (30-40 mm per i maschi e 35-50 mm per le femmine). Presentano ali di colore grigio con striature trasversali brunastre e addome di color arancio, con intersegmenti nerastri.

Le larve raggiungono a maturità i 30-40 mm circa di lunghezza e presentano colorazione bruno-rossastra dovuta alla presenza di lunghi peli urticanti color arancio-ruggine che causano severe reazioni allergiche se vengono a contatto con la pelle, con le mucose degli occhi e con le vie respiratorie dell’uomo e degli animali.

Thaumetopoea pityocampa compie una generazione all’anno ma, in alcuni casi, il ciclo biologico può diventare pluriennale.

Gli adulti sfarfallano, in funzione dell’andamento climatico, da giugno ad agosto e si accoppiano sulle piante ospiti. Le femmine depongono in estate un elevato numero di uova (circa da 150 a 350) in caratteristiche ovature cilindriche a manicotto su aghi e rametti, ricoperte da squame di colore grigio prodotte dal loro addome. Le uova schiudono dopo circa 30-45 giorni dalla deposizione e lo sviluppo larvale attraversa cinque età. Subito dopo la schiusa, le giovani larve iniziano a defogliare la pianta colpita partendo dagli aghi più giovani, dell’anno. Contemporaneamente, iniziano a costruire lassi nidi sericei estivi che gradualmente divengono più grandi e spessi. Con l’approssimarsi della stagione sfavorevole, le larve di quarta età costruiscono il nido invernale definitivo formato da fili sericei, aghi secchi, escrementi e altri detriti, su rami e cime ben esposti al sole. In questi nidi, le larve passano l’inverno aggregate per proteggersi dal freddo. L’uscita delle larve dal nido ha inizio in primavera, durante la notte, per nutrirsi degli aghi che assumono un aspetto scheletrico. In questi spostamenti, le larve si muovono in fila indiana, da cui deriva il nome processionaria. Tra la fine di febbraio e maggio, in funzione dell’andamento climatico stagionale, le larve raggiungono la maturità (quinta età), abbandonano il nido e scendono lungo il tronco in processione per poi interrarsi a 5-20 cm di profondità e incrisalidarsi. Alcuni individui possono rimanere in questo stadio per diversi anni, soprattutto in caso di condizioni ambientali sfavorevoli. L’emergenza degli adulti dal suolo ha luogo in estate ed è seguita dall’accoppiamento e dalla ovideposizione su piante ospiti nelle vicinanze.

I sintomi/segni più evidenti della presenza della processionaria del pino sono i tipici nidi invernali, nelle parti alte della chioma e la defogliazione parziale o totale dei rami delle piante ospiti.

Le specie attaccate da T. pityocampa in ordine di preferenza sono Pinus nigra (pino nero), P. sylvestris (pino silvestre), P. pinea (pino domestico), P. halepensis (pino d’Aleppo), P. pinaster (pino marittimo), P. canariensis (pino delle Canarie), Cedrus atlantica (cedro dell'Atlante) e Larix decidua (larice comune).

Oltre al danno diretto, le piante subiscono forti stress fisiologici che ne determinano un indebolimento generalizzato predisponendole all’attacco di parassiti secondari come coleotteri scolitidi e patogeni di debolezza.

I peli urticanti che le larve sviluppano dalla terza età costituiscono una problematica sanitaria nelle aree frequentate dalla popolazione a causa delle reazioni allergiche che provocano a uomo e animali.

La diffusione locale di T. pityocampa è dovuta al volo degli adulti. Le femmine presentano una capacità di volo media di 5 km ma possono arrivare a un massimo di 27 km.

La diffusione su lunghe distanze avviene per mezzo dell’uomo, negli scambi commerciali, soprattutto allo stadio di crisalide interrata nel suolo associato alle piante da impianto ospiti.

Thaumetopoea pityocampa, essendo un organismo non regolamentato, non è assoggettata ad un intervento diretto da parte del Servizio Fitosanitario Regionale. Quest’ultimo, tuttavia, fornisce supporto tecnico-specialistico sulla problematica a tutti coloro che ne facciano richiesta e provvede a divulgare strategie di profilassi e di difesa fitosanitaria. Con riferimento a questi ultimi aspetti è disponibile un documento tecnico (clicca qui).

Non esiste attualmente una normativa specifica per la lotta alla processionaria del pino. In caso di rischi per la salute di persone e animali, gli interventi di profilassi sono disposti dall'autorità sanitaria competente.

Interventi fitoiatrici contro la processionaria del pino

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